sabato 28 giugno 2008

TURNER POINT


Sono uno che tronca le relazioni facilmente. Per attitudine, stronzaggine, per orgoglio e pregiudizio, per egocentrisco, non riesco a mantenere sani rapporti duraturi.

C'è sempre qualcosa che non mi soddisfa, qualcosa di imperfetto. Do molto ma pretendo tantissimo. Con le donne, ma anche con gli amici. Mi piace guardare in faccia la gente e cercare di capire cosa avrebbero da dire e non mi dicono. Mi piace frequentarli, mi piace provocare e mi piace farmi provocare. Mi piace fare lunghe chiacchierate alle due di notte sulla vita e sulle cose della. Ho bisogno di essere stimolato e mi piace stimolare.

Ho troncato tanti rapporti, anche importanti, per motivi seri e futili. Ma in questa serialità di troncature mi sono sempre fatto una domanda:

"Caro Alessio, ti sei lasciato una persona a cui vuoi bene alle spalle. Va bene. Bravo. Hai fatto il tuo dovere. Hai fatto come ti sentivi. Ma se quella persona avesse ancora da darti qualcosa? Non oggi, non domani, ma dopodomani?... Troncare un rapporto appena stagna è la scelta giusta?"


Finora è stato così. Troncare i rapporti stagnanti per cercare nuovi stimoli è sempre stata una strada vincente.

Poi capitano giornate difficili come quella di oggi, indaffarate più del solito, col cervello occupato. Un artista muore. Un artista giovane muore. e rifletti su come potrebbero andare le cose. E fai conti anche te con la morte.


So long, old Mike.


PS è uscito Superangers n.3 con la mia terza storia a fumetti pubblicata in edicola di quest'anno. è disegnata (bene) da Gianfranco Giardina. Dateci uno sguardo. A breve dovrebbe uscire anche un altro fumetto con una mia storia di 20 pagine di cui sono piuttosto orgoglioso. Stay tuned.

giovedì 26 giugno 2008

PROIETTILI VAGANTI


E metto in fila uno dietro l'altro, dialoghi e vignette, traduzioni e quarte di copertina. Tutti ordinati, seguono un preciso filo logico. Sono come proiettili sparati alla velocità che permette una tastiera qwerty. Talvolta vanno a formare frasi che ti rimangono nella testa per giorni. E ti avvelenano il cuore e la mente. Scrivo roba per ragazzi e spesso mi trovo a curare volumi scritti da anglofoni geni.

Mi piace un sacco. Potessi fare solo questo, per tutta la vita, firmerei domani... anzi ieri.

Per quanto riguarda gli anglofoni geni domani è una giornata campale...

Domani mi aspetta Black Diamond, il nuovo, ottimo, lavoro di Eddie Campbell.

Campbell lo conobbi qualche anno fa quando fu ospite di Magic a Roma. Gli feci i complimenti per i disegni di From Hell, parlammo un po' della fatica che ci mise per realizzare le sceneggiature di Moore.

From Hell è forse l'opera più appassionante di Alan Moore, una cavalcata lunga più di dieci anni tra i vicoli di Londra, tra chiese, circoli massonici, bassifondi e, occasionalmente, cadaveri di prostitute. La tengo nel posto d'onore della mia biblioteca, vicino ai Meridiani di Borges e Hemingway. Un bellissimo libro esplorante il concetto di Male più o meno assoluto.

Ma è anche un libro avvelenato e avvelenante, From Hell. Mi ricordo i primi albetti Taboo, mi ricordo la sensazione di profondo legame con un testo così denso. L'empatica partecipazione alle ricerche di Moore, un sorta di rispetto verso quel lavoro titanico. Una passione per lo scartabellare tra vecchi appunti, antichi testi e consunti microfilm che ti rimane, che il bardo Moore, come un virus, ti ha attaccato.

domenica 22 giugno 2008

REGALO DI NATALE


Dona Doni, una domanda.
Perché inserire come rigorista Di Natale? Aveva già dimostrato di non reggere la pressione...

Il suo errore e quello del mio adorato Capitan Futuro (l'ennesimo sbaglio di un romanista ai rigori, tra l'altro...) condannano la nazionale a una vacanzina anticipata.
Poco male, gli Spagnoli saranno cancellati dalla solidità della Germania, dal carattere dei Turchi o dalla velocità russa come saremmo stati cancellati noi.
Oltre ai 120 minuti di Italia-Spagna questo è stato un luuungo weekend di letture forzate e non.
Sotto la cintura ho messo praticamente tutte le ultime storie dell'Uomo Ragno e dei Vendicatori. di Superman e Action Comics. Di Garth Ennis e di Johns, di Brubaker, di Chris Cage e Steve Niles. Di Pak (sic!). Ho finalmente finito di leggere Immortal Iron Fist che non è affatto male, anche se secondo me Fraction dà il meglio di sé in progetti più personali.
In campo Marvel si avvicina a grandi passa l'ennesima rivoluzione ragnesca. Per ovvie ragioni di marketing la Marvel fu costretta a rimettere il costume nero al pavido parker, ma lo staff di autori e editor sono riusciti a trovare motivazioni solide per questo improvviso cambio di costume e -incredibile ma vero- sono riusciti anche a confezionare una saga più che buona.
Strac mi piace, mentre Ron Garney è uno dei miei disegnatori favoriti, le storie propeduetiche a One more day mi son piaciute davvero molto. One more day no. Ho avuto la netta sensazione che Strac avesse abbandonato l'anima a pag.1. della prima parte di OMD. Come se quella fosse una storia che doveva essere scritta, ma che Strac non sentisse di dover scrivere. Strana sensazione.
[Inciso editoriale] Mi sembra di capire che lo storico quindicinale del Ragno cambierà nome. In nome del dio del progresso, del dio del marketing o di chissà cosa altro. Non so se è una scelta logica... so solo che io probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di prenderla. Ai poster l'arduo sentenza.
Ho letto anche un paio di fumetti di una nota casa editrice che mi hanno piacevolmente sorpreso. Magari è il caso di farne una versione italiana entro fine anno...

martedì 10 giugno 2008

MI CHIAMO DONA DONI. IO LE PARTITO LE REGALO


Agli Olandesi gli abbiamo già regalato un sacco di soldi con le cartolarizzazioni, le vecchie abitudini non muoiono mai.
PREGHIERINA DEL TEMPO
Ieri, nelle mie sempre più frequenti notti insonni ho fatto una richiesta al nostro signore buon gesù o a chi per lui. Ho chiesto un po' di tempo in più. Tempo per seguire i progetti in corso, sempre stratificati. Tempo per svilupparne di nuovi. Tempo per dare una svolta a quelli già in corso. Il lavoro in Magic, il lavoro con Planeta, la vita con Gnappetta sempre in equilibrio tra impegni e coccole, il suo nuovissimo lavoro, l'esigenza di tenere i contatti di amici e parenti, le sceneggiature nuove (W le Streghe!), le sceneggiature nuovissime (Ste', che fine hai fatto?), le cose vecchie e le cose nuove. La sensazione di dover lasciare andare qualcosa. Quindi, alle quattro di mattina di ieri ho chiesto un po' di tempo.
Il buon signore gesù o chi per lui mi ha risposto con solerzia ed efficacia. Uno strano signore, distinto sulla trentina, citofona a casa e mi regala una copia di un giornale che mi fa vomitare quasi quanto "la Padania". Quello strano e buffo ometto dalla testa grossa mi fa dono di una copia del Tempo, il quotidiano qualunquista e destrorso. Controllo bene... me ne ha regalate due. Questo tizio sale le scale di casa mia, mi citofona e mi regala un po' di Tempo. Mi sono sentito come il tipo della barzelletta che chiede al genio della lampada un pazzo di 30 centimetri.
DIO esiste. E si permette anche di prendermi per il culo.

mercoledì 4 giugno 2008

DISQUISIZIONE SPAGNOLA


Barcellona, Madrid, Costa Brava, Saragoza, Pamplona, A Coruna, Bilbao, San Sebastian, Cudillero, Viveiro, Santiago, Rias Altas, Rias Baixas, Navarra, Aragona, Paesi Baschi e Galizia, Catalogna e poi Madrid di nuovo. La Spagna l'ho girata tanto. Più di 20 anni fa fu quello l'unico viaggio estero che affrontai con i miei genitori e mio fratello dopo un periodo difficilissimo, al quale ne seguì un altro altrettanto difficile, non bello, né brutto. Ma difficile sì. Anche per questo alla Spagna sono legato. Gnappa ci si trasferirebbe domani, io lavoro a stretto contatto con la più grande casa editrice di lingua spagnola, il cibo iberico mi esalta, Picasso, Bunuel, Almodovar, la Fear Factory, Javier Bardem: alcuni dei miei miti personali vengono da lì. è una nazione che adoro... E per la quale provo un po' d'invidia. Con la fine della dittatura, il popolo orgoglioso si è rimboccato le maniche e, attraverso una serie di accorti accordi federali è riuscito a creare una macchina economica decente. Aznar ha traghettato gli Spagnoli in Europa e Zapatero è riuscito a scagliarli nel nuovo millennio...
Madrid è una città bellissima, calda e multicosmopolita (SIC!) governata dal proverbio "se tu stai a Madrid, sei di Madrid". Una città con le porte spalancate, accogliente e latina, con una decina di linee di metrò aperte fino alle 2 di notte, centro chiuso al traffico, poliziotti di zona amichevoli, un quartiere, la Chueca, homosex friendly, affitti onesti, servizi disponibili a tutte le ore, musei esaltanti (visitate il Thyssen!!!!). E poco importa se mentre ero lì ha piovuto un sacco. Io la Spagna la vedo sempre col sole.
Ritornare a Roma è sempre un trauma. Roma è una bellissima città, piena di cose da fare e da vedere, è il meglio che l'Italia può offrire in questo momento. Firenze, Napoli, Bologna, persino Milano, hanno tanti pro e contro, ma Roma è indiscutibilmente una spanna sopra tutte, per un motivo o per l'altro. Se ti devi fare minimo un'ora e mezza di mezzi pubblici ogni giorno per tornare a casa, finisci per vedere quel lato di Roma che preferiresti nascondere alla vista. Vedi solo le strade impossibili, i mezzi pubblici monchi, l'ignoranza della gente. Vedi la Rometta della canzone di Remo Remotti e non quella della Dolce Vita di Fellini. La vedi per quello che ti sa offrire in quel momento. E quello che ti offre non è un granché. E allora provo compassione per chi abita nei sobborghi e lavora fuori Roma, loro Roma non se la godono proprio. Manco la vedono, pensano che Roma sia solo una sigla sulle targhe delle auto, solo il posto dove ha aperto il primo Apple Store italiano, dove ci sono più cinema che ragazze vergini tra i sedici e i diciassette anni (che non è necessariamente un male, ma le metafore stupide mi piacciono). Quella non è Roma. E non capisco se sono più fortunati loro a vivere in una felice inconsapevolezza, o io che la Roma "vera" la sfioro ogni sera e la guardo sfilare tra i vetri sporchi e affannati di un autobus scalcinato e sudoso.

Roma sa nascondersi bene. Tra un san pietrino e un altro, tra le buche di via nazionale, tra i sedili di un taxi latitante, tra i minuti passati ad aspettare autobus dai bulloni allentati. Si nasconde tra i crocicchi degli impiegati del ministro dell'agricoltura che prendono d'assalto il bar all'angolo, tra le bollette gonfiate, tra le detrazioni comunali in busta paga. Roma si insinua tra i poliziotti che implorano regole certe, tra le scartoffie delle circoscrizioni, tra le scomode sedie dei pronto soccorso affollati.
Non voglio essere frainteso, anche Madrid si sa nascondere bene: l'inflazione altissima, l'incertezza dei contratti di lavoro, la disparità sociale, la carenza di energia e le continue ansie separatiste sono problemi importanti, la piccola criminalità, la spregiudicatezza delle banche e la cattiva informazione anche. Ma i Madrileni possono affrontare con tranquillità questi problemi "macro" con la consapevolezza di avere una città che i problemi "micro" li ha già risolti da un pezzo. I Romani possono dire la stessa cosa?



PS Notizia positiva: A forza di andare in Spagna, di lavorare con i Catalani e di leggere riviste spagnole, so ordinare al bar e al ristorante, rimorchiare e parlare di fumetti in Castellano. In pratica il mio spagnolo di sopravvivenza è diventato qualcosa di più.

PSII a Luglio dovrebbe uscire il secondo volume di Nemesis Lo Stregone. Capolavoro di Kev O'Neill e Pat Mills. Accattatevillo!

PSIII Quando rinasco voglio fare l'epatologo a Madrid. Con tutto il fritto che ingurgitano, 'sti spagnoli, secondo me gli epatologi fanno i miliardi!